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La cura dei denti in Italia e i nuovi sistemi di pagamento

Scopri quali sono le spese del dentista detraibili, le cure dei denti gratuite e i nuovi sistemi di pagamento per pagare il dentista

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La cura dei denti in Italia: spese dentista detraibili, cure odontoiatriche gratuite e nuovi sistemi di pagamentoUna delle certezze che gli italiani vorrebbero tanto avere nella vita è un’assistenza sanitaria nazionale di buon livello. Oltre tre su quattro ritengono che la sanità debba essere pubblica, il 90% che debba essere una priorità del Governo nella Finanziaria, il 37% la mette al primo posto. Questi alcuni dei risultati dell’Indagine eseguita dall’Istituto Piepoli per la FNOMCeO su un campione di 1000 persone, rappresentativo degli italiani tra 15 e 75 anni, e 300 medici, il 13% dei quali iscritti all’Albo degli odontoiatri.Nonostante queste alte aspettative, in ambito odontoiatrico la situazione è ben diversa: per la cura dei denti gli italiani spendono circa 8 miliardi l'anno, ma la quota a carico del Servizio sanitario nazionale supera di poco l’1%. Se consideriamo gli ultimi dati ISTAT disponibili in merito (2019), risulta che ricorrono a strutture private convenzionate o a studi dentistici gestiti da liberi professionisti rispettivamente il 95,5% dei cittadini over 15 e il 94% dei cittadini over 65 anni, sostenendo interamente il costo della prestazione. Come approfondiremo tra poco, non stupisce quindi che molti italiani continuino a rinunciare alle cure odontoiatriche o si rivolgano a qualche non meglio identificato dentista estero.In questo articolo faremo una panoramica della situazione attuale per quanto concerne la salute orale degli italiani, approfondendo come i dentisti possono rendere più accessibili le proprie cure e i pazienti risparmiare e curarsi più serenamente. Illustreremo:

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Italiani e salute orale: tra crescente consapevolezza e barriere culturali ed economiche

In una recente ricerca commissionata a Key-Stone dal gruppo DentalPro e condotta online su 3.000 cittadini tra i 20 e i 74 anni di età a giugno 2023, si scorge una buona notizia per gli studi dentistici italiani:  il 70% del campione si è infatti recato dal dentista almeno una volta tra giugno 2022 e maggio 2023, trend che risulta in crescita rispetta ai dati raccolti in precedenti indagini; l’igiene orale si conferma essere il trattamento maggiormente richiesto (3 su 4). 

Nonostante questo, l’importanza della salute orale per il benessere fisico e psicologico complessivo sembra non essere ancora una consapevolezza ben sedimentata nella popolazione: il 41% di chi non si è sottoposto a una visita di controllo è convinto di non averne bisogno o vi ricorre solo in caso di urgenza e dolore. Un altro dato rilevante è che a circa il 53% degli italiani adulti mancano uno o più denti naturali, circa il 47% di loro non ha provveduto a sostituirli con una protesi e quasi la metà di questi non è intenzionata a risolvere il problema. L’edentulia è condizionata dall’avanzare dell’età, ma anche dal grado di scolarizzazione, riguardando nel 67% dei casi persone con un titolo di studio basso.

Odontoiatria33  riporta un interessante commento in merito del dottor Samuele Baruch, Direttore del Comitato Medico Scientifico DentalPro: «È bene non sottovalutare i disturbi dentali perché, se non adeguatamente trattati, rischiano di causare complicanze anche in altri distretti e funzioni dell’organismo. Come dimostra il caso dell’edentulia, può comportare problemi di digestione - processo che inizia in bocca con la corretta masticazione -, deficit nell’apporto di nutrienti, compromissione delle relazioni sociali e, secondo i primi studi, deterioramento delle capacità cognitive, soprattutto negli anziani. Il fatto che inizi ad aumentare la quota di italiani che si reca dal dentista è una buona notizia ma occorre ancora lavorare per ridurre nella popolazione quel gap informativo circa il contributo prezioso che la bocca e i denti possono dare allo stato di salute generale della persona». 

Resiste il rapporto con il dentista di fiducia ma crescono le “catene”

Dal sondaggio dell’Istituto Piepoli emerge tutto il valore che gli italiani continuano a riservare al rapporto di fiducia con il proprio medico. Il 75% degli intervistati si dice non disponibile a rinunciare al diritto di scegliere il proprio medico di famiglia e lo stesso atteggiamento si conferma nei confronti del dentista: l’84% ha dichiarato di avere un dentista di fiducia, il 10% si rivolge a una catena e solo il 6% degli intervistati non presta attenzione a questa distinzione. A rivolgersi alle catene sono più facilmente gli uomini (11%), con meno di 34 anni (21%) che risiedono al Sud e nelle isole (11%). Il 12% degli intervistati valuta positivamente la comparsa di catene in questo settore, il 47% è indifferente, mentre il 41% le ritiene peggiori per la minor qualità delle prestazioni (73%), della relazione con il paziente (27%), del tempo dedicato al paziente (27%) e della libertà del dentista nella diagnosi e nella terapia (18%). Da un’analoga indagine effettuata dall’Osservatorio Compass emerge d’altro canto che la preferenza per le catene è in crescita (+ 5% rispetto al 2018) e così per gli studi all’interno di poliambulatori (+7%) perché, secondo gli intervistati, offrono orari più flessibili e sistemi di pagamento più convenienti. A riprova che, come si evidenzia dai trend di consumo nazionali e internazionali, nell’esperienza di acquisto del consumatore la possibilità di scegliere forme di pagamento nuove e più agili può fare la differenza.

Gli italiani che non sorridono: chi rinuncia alle cure dentistiche e chi sceglie il turismo odontoiatrico

 In questo scenario, dalla relazione di Key-Stone emerge un 21% di italiani che ancora non reputa necessario sottoporsi a regolari controlli; in media gli italiani risparmiano il 10% delle proprie entrate per le spese legate alla salute, ma un 23% dichiara di non riuscire in questo intento, con circa 3 milioni di italiani che ammettono di rinunciare a curarsi di fronte a prestazioni sanitarie a pagamento. Una situazione che evidenzia l’urgenza di promuovere campagne di prevenzione e sensibilizzazione più efficaci a livello centrale ma anche da parte dei singoli studi medici dentistici, chiamati a partecipare al cambiamento anche per resistere alle sfide di un mercato sempre più affollato e complesso.   

Una maggiore scaltrezza a livello di management e marketing odontoiatrico è oggi necessaria anche per contrastare fenomeni come il turismo odontoiatrico, in crescita grazie a un’aggressiva attività di promozione online che promette tempi e costi stracciati. Ogni anno circa 200mila italiani si rivolgono a qualche centro di salute orale in Albania, Croazia, Romania, Turchia o altri Paesi, nonostante spesso al rientro compaiano problemi, come segnalano gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP). Francesco Cairo, presidente SIdP e professore di Parodontologia all’Università di Firenze, in un’intervista a Sanità24, ha commentato: “I costi sono inferiori, anche tre volte più bassi, così molti italiani vanno all’estero per risparmiare sulle terapie odontoiatriche, ma i rischi non mancano: materiali scadenti, studi odontoiatrici non adeguatamente sicuri, carenze di farmaci possono inficiare il risultato finale, esponendo a pericoli come ascessi, infezioni, difficoltà di masticazione che poi devono essere risolti al rientro in Italia (…) È giusto dubitare, perché si stima che almeno una persona su tre abbia qualche problema al rientro in Italia, con conseguenze anche serie che comportano un nuovo intervento con costi che possono diventare proibitivi, assai più alti che se si fosse gestita la situazione in modo corretto fin da subito.”

Cure odontoiatriche gratuite e spese del dentista detraibili: il sostegno marginale del SSN alla salute orale degli italiani

L’esiguità della spesa pubblica rispetto alla spesa privata per le cure odontoiatriche è tale da escludere i principi di universalità ed equità su cui si fonda il nostro SSN: così conclude il Consiglio Superiore di Sanità nel documento Revisione dell’accesso alle cure odontoiatriche nel SSN, pubblicato dal Ministero della Sanità a marzo scorso. Come vedremo, infatti, i criteri di accessibilità alle cure odontoiatriche mutuabili sono troppo limitanti, con l’aggravante che molti dei cittadini che ne hanno diritto non ne sono adeguatamente informati e finiscono per non farne richiesta. Vediamo nel dettaglio.H3 Cure odontoiatriche mutuabili 2023: chi può accederviNonostante il nostro Sistema Sanitario Nazionale sia uno dei migliori del mondo e siano molteplici i tentativi di applicazione dell’odontoiatria sociale e del volontariato sia a livello centrale che regionale, il CSS ha evidenziato che l’assistenza odontoiatrica pubblica è un servizio del tutto o quasi escluso dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) per gran parte della popolazione nazionale, a causa di una serie di significative limitazioni e condizioni di erogabilità.Ad oggi, possono accedere ad alcune cure odontoiatriche gratuite solo:

  • una quota parte di individui in età evolutiva (0-14 anni): i nuovi LEA prevedono una serie di prestazioni (visite odontoiatriche, esami radiologici, estrazioni, ablazioni del tartaro, interventi chirurgici e trattamenti ortodontici) a carico del SSN nella fase di sviluppo dei bambini con lo scopo di prevenire la formazione di malocclusioni e altre patologie; 
  • pazienti fragili con vulnerabilità sanitaria che potrebbero rischiare, a causa di un problema di natura odontoiatrica, un peggioramento della condizione tale da provocarne il decesso;
  • pazienti fragili con vulnerabilità sociale, ossia in condizioni socio economiche proibitive: sono però le amministrazioni locali a dover prevedere iniziative volte a favorire l’accesso alle prestazioni di questi pazienti; 
  • pazienti in situazioni eccezionali, quando controlli e trattamenti sono finalizzati all’individuazione di neoplasie (tumori) del cavo orale, oppure se è necessario intervenire con urgenza per salvaguardare la salute del paziente (ad esempio in caso di emorragia o grave infiammazione); si tratta di cure che possono comunque prevedere il pagamento di un ticket sanitario.

Spese dentista detraibili 2023: quali sono e come calcolarle

In generale, le prestazioni specialistiche del dentista danno diritto a una detrazione del 19% sull'IRPEF. Le spese dentistiche detraibili nel 2023 devono soddisfare però questi requisiti:

  • l'ammontare complessivo delle spese del dentista detraibili deve superare una franchigia di 129,11 euro: la riduzione dell'IRPEF si applica solo all'importo che supera questa soglia;
  • sono ammesse alla detrazione IRPEF solo le spese per cure dentistiche di natura sanitaria, che migliorano quindi la salute del paziente; al contrario, non è possibile ottenere la detrazione per prestazioni con fini puramente estetici: l’igiene dentale è detraibile, la realizzazione di faccette dentali estetiche non lo è (per determinare il tipo di prestazione fa fede la dicitura apposta in fattura);
  • il limite delle spese ammissibili per la detrazione è di 6.197,48 euro
  • per beneficiare della detrazione, è necessaria la tracciabilità dei metodi di pagamento: bisogna quindi utilizzare la carta di credito o debito, il bonifico bancario o postale, l'assegno o altri strumenti di pagamento digitali; le spese del dentista pagate in contanti sono detraibili solo se relative a strutture pubbliche e private accreditate al Servizio sanitario nazionale;
  • è possibile scaricare alle medesime condizioni anche le spese sostenute per le cure odontoiatriche dei figli a carico.

Facciamo un esempio: se durante l'anno si accumulano 2.000 euro di spese per cure odontoiatriche varie, il calcolo da fare è2.000 (spese complessive) - 129,11 (franchigia) = 1.870,89 euroÈ quindi possibile detrarre il 19% di 1.870,89 euro, ossia 355,47 euro.È sicuramente utile chiedere al proprio medico odontoiatra di poter pagare utilizzando un sistema a rate innovativo e conveniente, così da poter diluire la spesa senza costi aggiuntivi e allo stesso tempo tracciare il pagamento per la detrazione: scopri come puoi accedere subito alle cure odontoiatriche di cui hai bisogno e pagarle con Qomodo!

Le proposte del CSS per allargare le cure odontoiatriche gratuite

Nel documento di Revisione, il CSS ha preso atto delle carenze e avanzato una serie di ipotesi per migliorare la situazione a livello di assistenza odontoiatrica pubblica, considerando la possibilità di:

  • revisione dell’attuale Nomenclatore tariffario (aggiornamento, ampliamento, rimodulazione e/o modifica del set di prestazioni odontoiatriche che dovrebbero essere incluse nei LEA odontoiatrici) fatta salva la salvaguardia dell’onere di compartecipazione alla spesa per i cittadini (ticket);
  • revisione ed eventuale integrazione degli attuali criteri di individuazione della condizione di “vulnerabilità sanitaria” e “vulnerabilità sociale” dei cittadini;
  • revisione dell’attuale esclusione dall’elenco dei LEA odontoiatrici dei costi per i manufatti protesici/ortodontici, totalmente a carico del cittadino, con esiti critici non soltanto per i pazienti over 65, maggiormente soggetti a edentulia, ma anche per molti pazienti oncologici o che presentano esiti di traumi facciali; 
  • revisione delle prestazioni odontoiatriche offerte alle donne in gravidanza che, pur senza limiti di reddito, possono accedere attualmente solo all’ablazione del tartaro e all’insegnamento dell’igiene orale; 
  • maggiori e migliori investimenti nelle campagne di comunicazione e di sensibilizzazione rivolte alle categorie più fragili e a tutta la popolazione, soprattutto per quanto concerne l’importanza della prevenzione.

Qomodo: il nuovo sistema di pagamento digitale a sostegno degli studi dentistici e dei loro pazienti

“Tutti noi ci troviamo di fronte a spese importanti, spesso impreviste e non sempre pianificabili, e questo è fonte di grande stress e preoccupazione. Le soluzioni finanziarie attuali prevedono processi e tempi di accettazione lunghi, burocratici e incerti. Noi vogliamo rispondere a questo bisogno con un prodotto molto più veloce, semplice e sicuro per tutte le parti coinvolte, rivolgendoci innanzitutto ai mercati che offrono servizi essenziali”. Così ha presentato Qomodo al mondo Gaetano De Maio, COO dalla lunga esperienza nel lancio e nella gestione di società operanti in ambito digital a livello internazionale, dalle fintech agli e-commerce. 

Con Gianluca Cocco, Co-fondatore e CEO di Qomodo, hanno saputo cogliere l’evoluzione dei sistemi di pagamento a livello mondiale, intercettando lo straordinario successo delle soluzioni BNPL (Buy Now Pay Later) nell’ambito degli acquisti di largo consumo online e proponendolo anche nei negozi fisici a sostegno delle imprese e dei clienti alle prese con le spese più rilevanti della vita. Qomodo è pura e semplice comodità e permette di pagare il dentista senza finanziamento e senza pensieri: è sufficiente che il cliente sia in possesso di una carta di pagamento regolare e attiva, senza dover aprire e sottoscrivere alcun finanziamento e, quindi, senza dover attendere i tempi relativi alla sua approvazione. Senza busta paga, senza burocrazia, senza interessi e soprattutto senza stress per entrambe le parti:

  • Qomodo libera il dentista dal gravoso impegno della gestione degli insoluti, dei finanziamenti e delle rateizzazioni, mette al sicuro il suo flusso di cassa, offre un’esperienza di pagamento comoda e conveniente in linea con le richieste del mercato, fidelizza e aumenta i clienti grazie al passaparola;
  • Qomodo migliora il benessere delle persone che vedono amplificato il loro potere d’acquisto e hanno la possibilità di accedere con più serenità alle cure dentistiche, essenziali per la qualità della propria vita.

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Conclusioni

Nel nostro Paese l’accesso alle cure odontoiatriche per ora resta un privilegio: le terapie sono costose e quasi mai sostenute dalla sanità pubblica. Aumentano così le persone che si rivolgono a studi dentistici esteri, che si indebitano o che devono rimandare o addirittura rinunciare alla salute orale con conseguenze che compromettono il loro benessere generale ma che gravano anche sulla salute pubblica e l’economia del settore, già sotto forte stress. In questo contesto, in attesa che a livello centrale si attuino le riforme necessarie a una maggiore equità, gli studi medici dentistici possono intervenire, migliorando per primi l’accesso alle prestazioni. Una delle soluzioni più comode è evolvere i propri sistemi di pagamento, con l’assunzione di soluzioni digitali nuove che si stanno dimostrando vincenti a livello globale. Qomodo è l’azienda italiana che, permettendo di pagare il dentista a rate senza finanziamento e senza interessi, sta aumentando le possibilità di spesa e quindi di accesso alle cure odontoiatriche di milioni di italiani. Partecipa alla rivoluzione più comoda d’Italia e diventa partner con pochi click!

Domande frequenti

Come pagare il dentista per detrazione fiscale

Per beneficiare della detrazione IRPEF (19%) sulle spese dentistiche, è necessario usare metodi di pagamento tracciabili come la carta di credito o debito, il bonifico bancario o postale, l'assegno o altri strumenti di pagamento digitali quali, ad esempio, Qomodo. 

Quali spese dentistiche sono detraibili

Sono detraibili dall’IRPEF al 19% solo le spese per cure dentistiche di natura sanitaria, che migliorano cioè la salute del paziente; al contrario, non è possibile ottenere la detrazione per prestazioni con fini puramente estetici. L'ammontare complessivo deve superare una franchigia di 129,11 euro e la riduzione dell'IRPEF si applica solo all'importo che supera questa soglia; il limite delle spese ammissibili per la detrazione è di 6.197,48 euro. Si possono scaricare anche le spese sostenute per le cure odontoiatriche dei figli a carico.

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